Descrizione
Stampa Illustrazione del dipinto – Ottone Rosai Piazza del Carmine 1922
Ottone Rosai, tra i maggiori protagonisti della scena culturale fiorentina nella prima metà del Novecento, fu narratore di una Firenze dimessa e popolare, colta spesso in scorci poco conosciuti. Nato nel quartiere popolare di Oltrarno, ne dipinse spesso, come in questo caso, le piazze e le strette vie in dipinti di piccolo formato, caratterizzati dall’uso di una tavolozza terrosa.
L’opera, che ritrae un frammento del lato destro della piazza, quale ancora oggi lo possiamo vedere, risale al periodo più felice della carriera dell’artista: negli anni Venti, recepite le maggiori novità delle correnti artistiche dell’epoca e superati gli avanguardistici furori giovanili, sviluppò un linguaggio del tutto autonomo e personale.
In assenza di figure umane, nella piazza sembra regnare un silenzio metafisico; oltre il muro di cinta di Palazzo Rospigliosi Pallavicini intravediamo una siepe, un albero e l’affastellarsi dei tetti a spiovente delle abitazioni. I volumi rigorosamente geometrici e la severa cromia richiamano da una parte l’influsso del cubismo e dall’altra la vicinanza alla pittura di Soffici e Carrà, con i quali Rosai aveva condiviso l’avvicinamento al Futurismo e alla pittura metafisica. Dal dipinto traspare, inoltre, l’attento studio della pittura quattrocentesca, di Masaccio in particolare, i cui affreschi sono proprio conservati nella cappella Brancacci in Piazza del Carmine.
Dimensioni cm.48 x 35
C00008000-83